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Tassa sui voli internazionali: "Il clima politico è cambiato"

La nuova tassa potrà arrivare fino a 120 franchi; gli interventi di Filippo Lombardi e Greta Gysin.

Lunedì all’ordine del giorno del Consiglio degli Stati vi sarà la revisione totale della legge sul CO2. A inizio anno il pacchetto di misure volute per ridurre le emissioni nocive è andato in fumo al nazionale. Ora tocca alla camera dei cantoni.

E proprio su spinta di alcuni senatori, sarà votata anche una tassa sui biglietti aerei internazionali, tra i 30 e i 120 franchi per tamponare l’esplosione di passeggeri.

“Capisco che la mobilità aerea è diventata troppo a buon mercato negli ultimi decenni, tutti volano, e la sensibilizzazione di Greta Thunberg e altri non è servita a molto se è vero che questa estate c’è stato un aumento del 3% dei voli. Bisognerà quindi agire sul borsellino.” ha dichiarato il consigliere agli Stati Filippo Lombardi “Il problema è che queste tasse vanno concordate con gli altri paesi. Farlo ha senso solo se in accordo con l’UE o almeno con i paesi vicini.”

La misura invece è sposata senza riserve dai verdi: “La vedo in maniera positiva, segno che il clima in politica è cambiato.” afferma Greta Gysin, candidata al Consiglio degli Stati “Da quando c’è stata la discussione al nazionale, è chiaro che ci vuole un pacchetto complessivo di misure che ci porti a raggiungere l’obiettivo di azzerare le emissioni entro il 2050.”

“In questo senso è una misura che non basta. Ce l’hanno l’Italia, Francia, Austria praticamente tutti quelli che ci stanno intorno e quindi è un informazione sbagliata e non credo che il traffico aereo poi si dirotterà all’estero.” ha proseguito Gysin.

Tasse effettivamente presenti in alcuni paesi vicini, ma non sempre indirizzate direttamente al contenimento dei voli. Anche l’unione europea, comunque sta studiando la situazione per introdurre una tassa come quella proposta in Svizzera.

Al netto dei voli comunque, la legge sul co2 sembra aver preso una nuova velocità, segno che da gennaio a oggi è cambiato tutto o quasi. È passato l’uragano thunberg e ha avuto un effetto dirompente sull’agenda politica anche svizzera

“Certo, basta vedere la discussione al nazionale a dicembre 2018. Non è passato ancora un anno, e il clima è decisamente diverso. Ed è un bene che sia così, abbiamo l’urgenza ce lo dice la scienza, e dobbiamo farlo in fretta.” ha concluso Gysin.

“Ha avuto un impatto più che proporzionale sull’agenda dei politici di parecchi paesi, soprattutto con le elezioni in vista.” aggiunge Lombardi “Mi sarebbe piaciuto che avesse più influsso sulla mentalità dei cittadini, ognuno di noi con responsabilità deve prendere decisioni: auto normale, diesel, ibrida o elettrica, è un inizio.”