Durante il 98° Congresso, che si terrà dal 19 al 21, si discuterà di democrazia, voto elettronico e libera circolazione delle persone con l’Unione europea
Quest’anno sarà la Città di Lugano a ospitare il 98° Congresso degli svizzeri all’estero coordinato dall’Organizzazione degli Svizzeri all’estero (Ose), SwissCommunity. A partire da venerdì, fino al 21 agosto, al Palazzo dei congressi, ci saranno oltre 400 persone provenienti da 40 Paesi. Gli argomenti principali? Democrazia, voto elettronico e libera circolazione delle persone con l’Unione europea.
«Le voci della Quinta Svizzera hanno un grande peso per lo sviluppo della nostra democrazia», ha dichiarato stamani il presidente, l’ex consigliere agli Stati e ora municipale di Lugano Filippo Lombardi. In che modo i cittadini svizzeri fuori porta possono far sentire la propria voce? «Il peso politico che gli svizzeri all’estero possono esercitare sul Paese dipende anche dalla loro partecipazione elettorale. L’obiettivo, per dar loro maggior peso politico, è quello di introdurre un sistema di voto elettronico idoneo, affinché ciascuno di loro possa trasmettere la propria votazione in tempo. È un dato riconosciuto che la tradizionale tecnica del voto per corrispondenza abbia dei limiti. Fuori dall’Unione europea, ma anche in alcuni Paesi europei, è difficile inviare agli elettori il materiale di voto in tempo e questo rappresenta uno svantaggio».
«Il voto elettronico sarebbe una sicurezza in più e darebbe a tutti la possibilità di partecipare ai processi politici svizzeri». Gli svizzeri residenti all’estero che intendono esercitare i propri diritti politici devono designare il proprio Comune di voto (scegliendo tra il Comune di origine o quello del precedente domicilio nella Confederazione) ed espletare le pratiche per l’iscrizione al corrispettivo catalogo elettorale. Attualmente, stando alle informazioni fornite dalla Cancelleria federale, dei circa 700’000 connazionali che vivono all’estero, oltre 120’000 sono iscritti a un registro elettorale. «Però – ha precisato Lombardi –, il numero degli svizzeri all’estero che si interessano ai processi politici è aumentato rispetto a 20 anni fa. L’immagine dello svizzero all’estero è cambiata: oggi parte, studia, lavora, si forma ma poi torna. Ed è per questo che ha il dovere e la volontà di restare informato e partecipare alla vita politica svizzera».
Partecipazione digitale per il 2027
Uno degli obiettivi dell’Ose è quindi di reintrodurre il sistema del voto elettronico, tema che verrà approfondito durante le giornate del Congresso. In Svizzera, Confederazione e Cantoni sperimentano il voto elettronico da oltre 15 anni. Dopo una fase sperimentale durata diverso tempo, con oltre 300 prove eseguite in un totale di 15 Cantoni, dal luglio 2019 il voto elettronico non è più disponibile in Svizzera, né per i cittadini “interni” né per quelli all’estero. Il motivo? Negli ultimi anni i Cantoni avevano a disposizione due sistemi di voto elettronico: quello del Cantone di Ginevra e quello della Posta Svizzera. Tuttavia, dato che a metà 2019 entrambi i fornitori hanno ritirato il proprio sistema, ora in Svizzera non è più possibile votare digitalmente. Ma, oggi, ci sono notizie positive.
«La Cancelleria federale ha incaricato la Posta di elaborare un nuovo sistema e, stando alle parole di Roberto Cirillo, direttore generale della Posta, sono a buon punto – ha comunicato il presidente –. È fondamentale che questa soluzione garantisca contemporaneamente la sicurezza e la segretezza del voto. A San Gallo e in un altro Cantone verranno effettuati test durante la votazione popolare di novembre. L’idea è poi quella di generalizzare questo sistema a tutti i Cantoni interessati nel 2023, effettuando sempre dei test. Ogni Cantone sarà tenuto a votare una modifica della legge elettorale per consentire questo sistema. Per quanto ci concerne, non disporremo sicuramente del voto elettorale generalizzato per le elezioni federali del 2023, quindi l’obiettivo va al 2027. E lì speriamo che tutti gli svizzeri all’estero possano votare elettronicamente sia per le elezioni federali che per iniziative e referendum».
‘Democrazia sotto pressione’
«La democrazia di oggi, come la conosciamo tradizionalmente, è sotto pressione. Vi è una crisi delle istituzioni, vi è una disaffezione da parte dei cittadini e vi è il populismo che si sostituisce alle forme tradizionali di partecipazione politica. Vi è anche una mancanza di approfondimento dei temi, molta superficialità nell’opinione pubblica. Ci sono i manipolatori, le fake news e gli influencer che dappertutto si intrufolano e rendono difficile ai cittadini partecipare alla vita politica. Però, per gli svizzeri all’estero, questa sfida assume caratteristiche supplementari. Perché siamo un Paese di democrazia diretta e quindi non ci sono solo le elezioni parlamentari ogni quattro anni. Siamo anche chiamati a votare quattro volte in un anno su referendum e iniziative federali e questo fa sì che la sfida per lo svizzero sia probabilmente più alta che negli altri Paesi».
Europa la meta favorita
L’anno scorso sono state 28’700 le persone che hanno lasciato la Svizzera. Dai dati 2021 pubblicati dall’Ufficio federale di statistica (Ust) emerge che i cittadini svizzeri registrati nelle rappresentanze ufficiali all’estero erano 788’000, ovvero 1,5% in più rispetto al 2020. Il 64% degli svizzeri vive in Europa: Francia (203’900 persone), Germania (96’600), Italia (50’500), Regno Unito (38’900) e Spagna (25’100). In tutti questi Paesi il numero di cittadini della Confederazione elvetica è in crescita. L’aumento più spiccato è stato registrato nel Regno Unito (+3 per cento).
L’America in testa
Nel 2021 negli altri continenti sono stati registrati 286’300 svizzeri: il 23% in America, il 6,8% in Asia, il 4,2% in Oceania e il 2,4% in Africa. Le maggiori comunità di svizzeri fuori dai confini europei si trovavano negli Stati Uniti (81’800 persone), in Canada (40’800), in Australia (25’800) e in Israele (22’100). Gli svizzeri che risiedono all’estero hanno per il 21,1% meno di 18 anni, per il 56,4% dai 18 ai 64 anni e per il 22,5% 65 o più anni. I tre quarti degli svizzeri all’estero (590’000 persone) possiedono almeno un’altra nazionalità.
laregione.ch, 17.8.2022