In vista della votazione del 28 settembre a Lugano sulle “zone 30” va ribadita con chiarezza la volontà del Municipio: l’estensione proposta riguarda unicamente zone residenziali, e risponde ad una precisa richiesta di sicurezza e qualità della vita formulata dagli abitanti di queste zone e dalle loro Commissioni di Quartiere.
Senza alcuna concessione all’ideologia, il Municipio ha valutato criticamente il piano iniziale suggerito dai tecnici, stralciando diverse strade dove questa restrizione non sarebbe stata proporzionata. Ma soprattutto, il Municipio ha chiaramente fatto suo il principio della gerarchia del sistema stradale, che Parlamento e Consiglio federale stanno ulteriormente rafforzando nella revisione dell’Ordinanza sulla segnaletica attualmente posta in consultazione.
Questo principio esclude che le strade orientate al traffico possano venir sottoposte al regime delle zone 30. In altre parole: le strade che sono destinate al traffico di scorrimento devono rimanere percorribili a 50 kmh.
Quanto alle “zone d’incontro”, con priorità ai pedoni e limite a 20kmh, ricordiamo che a Lugano stiamo parlando di poche centinaia di metri, in via alla Foce e via Stauffacher/via Canonica.
Questa gerarchia rappresenta il punto di equilibrio fra due esigenze entrambe presenti nella popolazione. Da una parte, quella di una mobilità che permetta ai cittadini di spostarsi, per lavoro o per tempo libero, con adeguata velocità (traffico permettendo…). D’altra parte quella della tutela della qualità di vita nei quartieri e della sicurezza di pedoni e ciclisti, bambini e anziani, che nei loro quartieri devono potersi muovere in sicurezza e senza temere di venire travolti da automobilisti poco attenti o troppo frettolosi.
Il 28 settembre possiamo dunque votare “sì” con convinzione e serenità alle Zone 30 proposte dal Messaggio municipale adottato dal Consiglio comunale. Esse sono precisamente definite e delimitate, con criteri rigorosi e senza alcuna generalizzazione ideologica, e rappresentano il miglior compromesso possibile fra due diverse esigenze dei cittadini.
Filippo Lombardi
Capo Dicastero Sviluppo Territoriale