Operatori del settore della logistica e figure istituzionali svizzere e italiane hanno discusso dello sviluppo delle infrastrutture fra la Svizzera e i porti liguri durante il convegno “Un mare di Svizzera”. Filippo Lombardi mette in guardia: “Con i fondi europei l’Italia accelera sulle infrastrutture, mentre la Svizzera viaggia con il freno a mano tirato”.

“Adesso è la Svizzera che viaggia con il freno a mano tirato”. Filippo Lombardi parla delle infrastrutture ferroviarie. Come nelle passate edizioni, anche la quinta edizione del convegno “Un mare di Svizzera”, tenutosi ieri al Lac di Lugano, riunisce operatori del settore della logistica e figure istituzionali svizzere e italiane per discutere dello sviluppo delle infrastrutture sull’asse fra la Confederazione e i porti liguri. Rispetto agli scorsi anni, tuttavia, la musica è cambiata. Sulle bocche dei relatori che si sono succeduti sono infatti più volte apparse le parole “fondi europei” e “Pnrr” (il “Piano nazionale di ripresa e resilienza” italiano, applicazione italiana dei fondi versati dall’Ue nell’ambito del recovery plan). Filippo Lombardi, che di “Un mare di Svizzera” è fra gli organizzatori quale presidente del nuovo Lugano International Logistics Forum (Lilf), sottolinea come i fondi europei abbiano impresso una decisa accelerata alle grandi opere in Italia. Tanto che ormai, secondo Lombardi, su questo fronte è la Confederazione a essere in ritardo rispetto al Belpaese. “La strategia Ferrovia 2050 del Consiglio federale non prevede il completamento di AlpTransit a Sud di Lugano e i raccordi necessari con l’Italia, che da parte sua, grazie al recovery fund di Bruxelles, sta destinando (e velocemente) parecchi miliardi alle infrastrutture”, dichiara il municipale di Lugano a Ticinonews.

TicinoNews 26.10.2022:

Lugano International Logistics Forum