Il municipale di Lugano Filippo Lombardi ha spiegato che si tratta più di un vertice simbolico. “Ha senso parlare della ricostruzione dell’Ucraina quando nel Paese la guerra è ancora in corso?”

L’ex “senatore” Filippo Lombardi non si aspetta grandi risultati dalla conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina in programma il 4 e 5 luglio a Lugano. In un’intervista al settimanale romando “Le Matin Dimanche”, il municipale di Lugano ha spiegato che si tratta più di un vertice simbolico, per mostrare a Kiev che non è sola. “Quando i grandi leader cercano di parlare tra loro, raramente si ottengono grandi risultati”, ha sottolineato Lombardi, che si è poi chiesto se abbia senso parlare della ricostruzione dell’Ucraina quando nel Paese la guerra è ancora in corso.

Le preoccupazioni dei cittadini
Il municipale di Lugano ha spiegato al domenicale romando che in Ticino “le persone sono interessate soprattutto alla logistica e ai disagi che rischiano di affrontare. Parlano di ciò che li riguarda direttamente e non si avventurano in grandi analisi politiche”, anche perché Lugano – a differenza di Ginevra, ad esempio – non ha esperienza in materia di grandi conferenze internazionali. A suo avviso, per la Città la conferenza sarà una sorta di campagna marketing gratuita.

“Escluso che la Svizzera possa svolgere il ruolo di mediatore”
E per quanto riguarda l’immagine della Confederazione? “Abbiamo scelto da che parte stare già dal terzo giorno del conflitto, riprendendo integralmente le sanzioni contro la Russia. La Conferenza non cambierà le cose, ma ciò esclude la possibilità che la Svizzera possa svolgere il ruolo di mediatore nel prossimo futuro. Saranno altri Paesi a farlo”, ha aggiunto l’ex consigliere agli Stati, che a Berna è stato per anni nella commissione di politica estera.

La relazione Berna-Bruxelles
La conferenza sarà anche un’occasione per discutere con la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen, che ha confermato la sua presenza a Lugano. Stando a Lombardi, si tratta di un’opportunità “per dimostrare che Berna e Bruxelles sono un po’ meno distanti di quanto si possa pensare. Va riconosciuto lo sforzo compiuto dalla Svizzera con questa conferenza, ma va evitata qualsiasi divergenza con l’Unione Europea sulla questione delle sanzioni. Il Presidente della Confederazione Ignazio Cassis farebbe bene a cogliere questa opportunità per far avanzare qualche pedina”, ha concluso.

ticinonline.ch 26.6.2022